venerdì 28 settembre 2012

Riflessioni su una Chanel.

Una battuta sulla it-bag di sempre ed ecco che nascono delle riflessioni su questo mito, giusto per smorzare le ultime ore di lavoro intenso. Ne nasce un dialogo con chi non ha mai capito il fascino di questa borsa.


Tutto nasce dal fatto che stanotte alle 4.00 il mega store di Apple a Torino ha aperto le porte per vendere il nuovo famigerato e tanto atteso Iphone5. La mia collega mi guarda attonita, come se non concepisse questo tipo di "foga" per un telefono che tanto tra pochi mesi verrà sostituito da un Iphone6, del costo spassionato di 700 euro (neanche un mio stipendio me lo farebbe comprare, anche se volessi). Per cercare di farle capire che cosa spinge un appassionato a fare after per questo telefono le dico "Sì, insomma, come se in un negozio di notte ti vendessero una Chanel a 1 euro simbolico". Il silenzio era ancora più attonito, assieme alla mia collega, la quale non aveva ben compreso che cosa potesse essere questa mitica "Chanel". Il mio istinto di fashion victim, fashion blogger, fashion-quellochevolete mi ha fatto sobbalzare dalla sedia e urlandole contro le ho detto "vai subito su google images e cerca chanel bag!". Da qui il pensiero di dedicare questo post a lei. 

Lei è un sogno, un'icona, un qualcosa che averla accanto ti rende felice. Di quella felicità, però, che non è totale. La felicità è altro: un sorriso, un abbraccio dalla persona più cara al mondo, una passeggiata con il tuo cane, un aperitivo con il tuo migliore amico, un bacio dal tuo fidanzato, un ti voglio bene detto alla nonna. La felicità che ti da lei, quando usciremo un giorno da un negozio con una borsa al braccio sarà diversa, ma sarà comunque felicità. E' un oggetto di culto, che ha dentro tanta storia e tanta eleganza, che ti aiuta a sentirti perfetta anche quando pensi che un jeans ed una scarpa da ginnastica ti renda bassa, sciatta e da tutti i giorni. Felicità é potersela permettere, a meno che voi abbiate una mezza fortuna di poterla ricevere in regalo da una vostra cugina o trovarla in qualche vecchio armadio di un'amica. Non penso che averne 5 nell'armadio ti renda potente, nemmeno fortunata, nemmeno così fashion. E' un mito e come tutti i miti devono essere attesi, come se alla loro conquista ti potessi sentire anche tu un pò importante. 

Forse la mia collega non capirà queste parole, ma la piccola gioia che ti provoca é qualcosa che provi ogni volta che la indossi. Ma gioia è anche poter portare in giro una borsa fatta a mano da lei, che ci mette la stessa passione che la Coco ci metteva quando cuciva i suoi cappelli ed i suoi vestiti e le 2.55. 

Ad ognuna la sua Chanel. Insomma. 

Magari io e la mia collega ci ritroveremo tra un paio di anni, quando vorremo e potremo permettercela, davanti ad un negozio di Parigi con la gioia in volta per poterla comprare. Oppure ci ritroveremo in un mercatino vintage a vendere le sue borse per poter comprarne una indossata da un'amica o da una ricca signora degli anni '50 che ha già vissuto quella gioia. Ma intanto saremo assieme a condividere il mito. E sicuramente, la mia collega, da oggi, grazie a me, sa che cos'è una Chanel. 






(tumblr images)

E. 


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